Worldbuilding – Parte 1: ma di cosa stiamo parlando?


Esistono principalmente due tipi di ambientazioni: quelle ufficiali, create con (relativa) cura da un team di persone esperte, e quelle casalinghe.

Le prime sono probabilmente più comuni al tavolo da gioco per una semplice ragione: il tempo è tiranno. Non tutti i gruppi hanno modo di dedicarsi alla creazione di un mondo per le proprie avventure. È un processo lungo che richiede attenzione e non può essere improvvisato dall’oggi al domani.
Va anche detto che le ambientazioni già pronte hanno pregi indiscutibili. Sono di solito abbastanza generiche da consentire una gran varietà di situazioni e personaggi. Al contempo hanno elementi tipici e riconoscibili che garantiscono loro una certa personalità. Molti mondi di gioco ufficiali sono anche supportati da anni di espansioni, aggiornamenti, manuali e manualetti…per non parlare di prodotti paralleli come videogiochi, libri e fumetti.

Ne consegue che è più semplice per un Master decidere di ambientare una storia nei Forgotten Realms ufficiali, piuttosto che nel casalingo Mondo del Dragone Marino. Gli basta comprare i manuali e leggerli, e lo stesso possono fare i giocatori. Serve un po’ di tempo, ma molto meno di quello necessario a creare un mondo completamente nuovo.

Chiaramente ci sono anche elementi a sfavore di questo genere di ambientazioni, e il principale è anche il più semplice: a volte tali prodotti non riscontrano l’interesse di un gruppo di gioco. I gusti, dopo tutto, sono gusti. C’è poi da tenere in conto il fattore noia. Alcuni giocatori preferiscono cambiare ambientazione ogni due o tre campagne.

Subentrano a questo punto i mondi homebrewd, ovvero fatti in casa. Richiedono molto tempo per essere creati, ma hanno il pregio di poter rispondere con facilità alle esigenze del gruppo di gioco.

Quasi tutti i Master che conosco hanno provato prima o poi a cimentarsi nella genesi di un’ambientazione. Io stesso l’ho fatto più volte negli ultimi dieci anni. Penso ad attirare molti in questa impresa sia semplicemente il fascino (non tanto) nascosto del Dio Creatore. Per molti Master l’idea di scrivere qualcosa di nuovo e unico è tanto allettante da far loro perdere il senso della misura. E finiscono per naufragare in un vortice di tempo perso, risorse sprecate e generico malcontento.

La verità è che creare una propria ambientazione è difficile. Si tratta di un lavoro che richiede costanza, impegno, conoscenze approfondite in molti campi del sapere, tempo libero a vagonate e ispirazione. Non intendo indorare la pillola: se volete dedicarvi al worldbuilding dovete considerarlo quasi come un secondo lavoro, o lo studio di qualche materia molto impegnativa. Vi ci dovete applicare con dedizione e senza prendere scorciatoie.

Con questo non voglio scoraggiare nessuno, e assicuro che il worldbuilding è molto divertente. Personalmente lo trovo intellettualmente stimolante.
Voglio però essere chiaro: tutto ciò non è una passeggiata. Lo ripeterò spesso, perciò abituatevi!

Fatte le dovute premesse, procediamo con alcuni punti fermi del worldbuilding, ovvero…cosa bisogna fare, per cominciare?

Bisogna scegliere con cura gli attrezzi del mestiere!

In questo primo articolo partiremo dalle basi, giusto per rimarcare che non esistono scorciatoie. Per cominciare (prima ancora di imbarcarsi nel progetto vero e proprio) è giusto avere le idee chiare. Prendete un bel foglio bianco e buttate giù una breve lista di ciò che volete trarre da questa esperienza.

Potrà sembrare un suggerimento sciocco e ovvio, ma in tanti sottovalutano il potere della parola scritta. Mettere su carta le proprie idee permette di elaborarle meglio e di comprendere più facilmente la portata del progetto stesso. La scrittura è uno strumento potente e ogni Master dovrebbe tenerlo sempre presente.

Cominciate ponendovi le seguenti domande:

  1. Voglio qualcosa di completamente originale, o solo un mondo che sia mio e personale?
  2. Voglio creare un intera ambientazione in cui giocare campagne per i secoli a venire, oppure mi serve qualcosa di particolare e unico per una singola avventura breve?
  3. Lavorerò da solo oppure collaborerò con i miei amici?

Ecco, le risposte a questi tre quesiti vi permetteranno di avere un’idea più chiara su come procedere. Per esempio, se pensate di fare un lavoro di gruppo dovrete coordinarvi con i vostri amici. Questo comporterà ovviamente un’organizzazione diversa da quella necessaria ad un lavoro in solitaria. Abbiamo tutti quell’amico un po’ pigro che ha problemi con le scadenze, no? Anche la seconda domanda è decisamente importante. Se avete scritto un’avventura che si sviluppa in sei sessioni da tre ore l’una, forse creare un’intera galassia nei minimi dettagli è un lavoro eccessivo.

Quindi rispondete a queste domande. Dopo di che stilate una lista di ciò che secondo voi dovrebbe essere imprescindibile. Gli elementi, insomma, che definiscono la vostra ambientazione. Scrivete solo un elenco per punti, avrete tempo in seguito per espanderli.

Considerate questa fase come l’atto di cucinare una torta: voi volete mangiare una torta al cioccolato, perciò prima di tutto dovete trovare una ricetta adatta, modificarla secondo i vostri gusti, scegliere gli ingredienti, prepararli, assemblarli e cuocere il tutto. Non avrete una torta gustosa se salterete uno di questi passaggi. E la torta non sarà affatto buona se gli ingredienti saranno dosati in fretta e furia o scelti senza cura.
Il paragone vale anche per un altro punto importante: la vostra prima torta probabilmente non potrà competere con quella di una vera pasticceria. Per raggiungere questo obbiettivo dovrete lavorare molto sulle vostre capacità e fare tanta pratica.

Terminato il lavoro preparatorio, potete cominciare l’opera vera e propria. Prendete un quaderno e utilizzatelo per tenere traccia dei vostri progressi e anche per segnarvi al volo le possibili idee che vi possono venire durante la stesura. L’importante è essere ordinati e precisi, altrimenti vi troverete sopraffatti dalla mole del vostro stesso lavoro.

Cercate di ritagliarvi dei momenti durante la settimana dedicati esclusivamente a questa attività. È preferibile lavorare poco tempo tutti i giorni con regolarità piuttosto che dedicarsi a rarefatte esplosioni creative. Un metodo di lavoro ben organizzato influisce molto positivamente sul risultato.

Infine alcuni (come il sottoscritto) trovano molto utile compiere una ricerca di immagini accattivanti e tematiche, e scegliere una buona colonna sonora da ascoltare mentre si lavora. Questi elementi sono ottime fonti di ispirazione, e verrà il momento in cui ne avrete un gran bisogno.

 

Nel prossimo articolo spiegherò come scegliere il metodo migliore per cominciare la vostra opera di worldbuilding, utilizzando alcune mie ambientazioni come esempi. Dopo aver descritto i primi (fondamentali) passi, procederò nel dettaglio approfondendo le varie fasi del processo.

Stay tuned!

 

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