Dungeon Dozen – una Recensione

Una recensione breve, temo. Se non altro per la natura stessa del volume.

The Dungeon Dozen è un manuale di 213 pagine, formato A5 e copertina molle. In effetti ho acquistato la versione POD (print on demand) di Amazon, al modico costo di 16,88€. L’autore principale è Jason Sholtis, e i disegni sono di Chris Brandt, John Larrey, Stefan Poag e Jason Sholtis.
Il contenuto è in parte preso dal blog The Dungeon Dozen (roll1d12.blogspot.com)

Bene. Ma cosa c’è qui dentro? Semplice. Oro puro. Forse addirittura mithril. Perché in realtà il libro è pieno zeppo di tabelle. Tabelle per qualsiasi cosa, tutte con 12 possibili risultati: da qui il nome. Vi basta un d12 e potete creare ed esplorare mondi fantastici.

Quando parlo di tabelle non intendo qualcosa tipo “dodici nomi per un nano” oppure “incontri casuali nella foresta”. Niente affatto. Queste sono tabelle folli, con elementi in puro stile gonzo. Sebbene si possano usare con qualsiasi sistema, credo sia meglio impiegarle per giochi come Dungeon Crawl Classics o altri OSR un po’ bizzarri; oppure per aggiungere pepe ad un’avventura di D&D che volete far uscire un po’ dai soliti binari del fantasy classico.

Prima di fornire qualche esempio delle tabelle che potete trovare concludo la recensione del volume in sé.
Prima di tutto, l’impaginazione è ottima. Ogni tabella finisce nella sua pagina o al massimo si conclude nella facciata a fronte. Ci sono disegni, molti, moltissimi disegni. Non uno o due. Non tre o quattro. Ma praticamente uno per pagina. E tutti d’autore, non troverete arte stock o riciclata! L’atmosfera che evocano è weird-goofy, molto in tema con DCC. Anzi, sembra a tratti un volume ufficiale della Goodman Games, a vedere certe tavole.
Le tabelle sono in ordine alfabetico, e per cercare quello che trovate avete ben tre opzioni: un indice a inizio libro, altri due in fondo (uno per tema e uno per parole chiave). Molto funzionale e molto ben pensato, non è una cosa così ovvia. Da bibliotecario ossessionato da queste cose non posso che essere soddisfatto.

Che valore ha questo libro? Come dicevo, inestimabile. A patto che accettiate un po’ di elementi bizzarri al vostro tavolo, questo manuale è adatto a tutti voi. Volete improntare una campagna nuova? Qui troverete spunti su antagonisti e catastrofi. Vi serve un tratto peculiare per un cattivo o un mostro? Qui c’è. Suggerimenti su cosa faceva un dato personaggio prima di cominciare l’avventura? Idem. C’è tutto. Praticamente è un incrocio tra un manuale del Dungeon Master uber-condensato e un vademecum di consigli e spunti narrativi.
A livello di rapporto tra numero di pagine, prezzo e quantità di contenuto giocabile e utile, credo sia il manuale più efficiente ed economico che potrete mai trovare. Miglior rapporto qualità/prezzo. Compratelo.

Il mio voto: 10/10

E ora qualcosa di completamente diverso

Non voglio rivelare troppo di questo manuale, né è facile parlarne visto che non ha null’altro che queste sue liste. Ma per darvi un’idea, ecco alcune cosette che ho creato usando Dungeon Dozen!

Partiamo da un Drago Antico. Stando alle tabelle che ho consultato, ha il corpo di un apatosauro e la testa di un cigno. È così antipatico che tutti i suoi scagnozzi e servitori complottano contro di lui. Ha un atteggiamento da scienziato, è clinico e curioso, la vita è un esperimento. Ha un prigioniero: il capo di un clan di giganti di collina, legato come un salame.

Seguiamo con un Campaign Pitch: due tabelle dove tirare i due elementi principali della campagna. Secondo i risultati ottenuti dovrò basarmi su “The Shadow out of Time” di Lovecraft: proiezioni mentali, polpi volanti, salti nel tempo. Ma dovrei anche basarmi sulle opere del Dr. Seuss: nomi carini e pucciosi, entità capricciose dai poteri sovrumani. Wow.

Poi buttiamo giù un Dungeon, usando cinque tabelle (una su come raggiungerlo, quattro sugli elementi principali). Ce ne sono parecchie altre che riguardano i dungeon, ma non ho voluto strafare. Bene.
Intanto per entrare bisogna scavare per mesi, un’opera monumentale ostacolata dai continui attacchi di mummie. Il dungeon in sé è una terra di nessuno tra un popolo di subumani e uno di berserker, ma ci abita anche un singolo ghoul opportunista. Nel mezzo c’è un pozzo ululante senza fondo, dove i subumani hanno creato un altare dove compiono sacrifici ad un dio. Con la giusta attrezzatura si può scendere ai livelli inferiori passando per il pozzo stesso. C’è anche una città ore umana, che per un po’ è stata la casa dei subumani e ora è in mano ai fanatici (i berserker, immagino). Infine il dungeon è infestato da una gigantesca medusa che caccia come le orche, emergendo per attaccare. Mi piace pensare che sia il “dio” che vive nel pozzo. 

Infine due tiri a caso su due tabelle a caso.

Che Effetto Secondario ha avuto questo uso di Resurrezione? Da ora il personaggio non deve più dormire, ma deve mangiare il doppio del cibo.

Quale Divinità Sconosciuta si trova qui? Lashetag, il dio pipistrello patrono dei ciechi. Oppure Blobamus Prime.

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