La Fabbrica dei Mostri 4 – Animali di Eos

Questa serie di articoli potrebbe avere una breve durata. E sicuramente sarà una serie discontinua e con ritmi irregolari. Per le mie avventure modifico dei mostri, o li creo da zero. E di recente ho trovato questo sito che mi sta facilitando il lavoro. 
Di tanto in tanto posterò qui le mie creazioni, con qualche spiegazione.
I blocchi di statistiche saranno in inglese, perché… il sito è in inglese, e tradurre tutto mi richiederebbe più tempo di quanto non voglia dedicarci. 

Di seguito una triade di mostri per una piccola avventura nella giungla. Non fornirò l’avventura completa, ma solo degli spunti e le statistiche dei mostri. Alla fine, sono come dei pezzi di Lego: potete usarli come volete. Ignorate i GS/CR, non mi sono dato pena di cambiarli. Comunque è un sistema fallace e non dovreste mai scegliere un mostro in base al suo Grado di Sfida.

Questi mostri sono tutti originari di Eos, la mia piccola ambientazione. Si sta lentamente espandendo, è un lavoro che mi diverte tantissimo.
Una cosa che ho cercato di fare è di ridurre il gap tra gli animali comuni e i mostri magici. Dopo tutto, in un mondo dove si possono trovare giganti, elementali e chimere, perché non ci dovrebbe essere una qualche razza di cavalli capaci di scagliare piccoli fulmini? O falchi che scagliano dardi incendiari alle prede in volo? O magari capre invisibili!

BULVAK – UN BISONTE IMMORTALE

Il bulvak è il signore di tutti i tori, gli uri e i bisonti. È più forte e feroce, e possiede una pelle spessa e quasi invulnerabile: i cacciatori incauti muoiono con le armi spezzate e piegate. Affrontarne uno richiede attenzione e cautela, specie se si intende impegnarli in corpo a corpo. Un bulvak ferito a morte può combattere ancora a lungo, e sovente si porta il proprio uccisore nell’aldilà.
Esistono solo bulvak maschi e si riproducono con le femmine di altri bovini. Non vivono propriamente in branco, ma un singolo bulvak bazzica spesso i dintorni delle mandrie di bisonti o di piccoli gruppi di uri. A sua volta il bulvak è il punto focale della prateria e molti erbivori viaggiano e si nutrono vicino a lui confidando nella sua protezione indiretta. Di certo né lupi né orsi osano avvicinarsi a questo bestione!

Si può incontrare facilmente nelle pianure del nord, nella steppa e nella taiga. Alcune varietà si possono trovare in climi più caldi come le praterie centrali o, a quanto pare, le savane meridionali. Con la pelle di bulvak si confezionano armature estremamente resistenti, spesso incantate. Si dice che una borraccia fatta di cuoio di bulvak sia in grado di mantenere il contenuto fresco e pulito per settimane o addirittura mesi. Infine le corna sono trofei molto ambiti e possono essere usate come pugnali… rozzi, ma assai pericolosi. Più di un cavaliere in armatura completa è stato sventrato da un bulvak furioso.

La bestia è piuttosto semplice, a livello meccanico. Praticamente è un bisonte estremamente forzuto, con corna letali e con una Classe Armatura notevole. Inoltre ha la capacità Unbreakable, un asso nella manica che lo rende davvero difficili da abbattere. Il modo migliore di affrontarne uno sarebbe con l’uso della magia, per ridurre l’efficacia di Unbreakable.

JALJITSTAJA – LA IENA IMITATRICE

Le cosiddette iene imitatrici sono predatori molto astuti, che sfruttano una dote magica per procacciarsi le prede. Possono imitare qualsiasi verso o suono abbaino mai sentito, e sono abbastanza intelligenti da usare le voci delle prede recentemente uccise per attirarne delle altre. I cuccioli ripetono con precisione i canti degli uccelli per attirarli a terra e sbranarli. Gli adulti imitano i cervi, le saighe e i cinghiali. Ma è risaputo che le jaljitstaja predino anche i lupi e i viaggiatori incauti.

Naturalmente l’inganno viene prontamente svelato: la iena non può rispondere intelligentemente e se l’imitazione viene tirata in lungo finisce quasi sempre per ripetersi. Eventuali persone attirate da una certa distanza possono avere il tempo di accorgersi che qualcosa non va, e fuggire.
Di solito le iene imitatrici hanno il pelo bianco in inverno e giallastro-bruno in estate. Raggiungono la taglia di un piccolo cavallo e hanno fauci irte di zanne affilate. Contrariamente ad altre iene non hanno la criniera, e le loro code sono lunghe come quelle dei grandi felini. Vivono in branchi che possono andare dai tre ai dieci individui, e sono tanto più numerose quanto sono grosse le prede che possono cacciare. Nelle terre dei mammut e dei drachi si possono incontrare branchi composti anche da venti esemplari.

La jaljitstaja è una specie di “lupo crudele”, con l’aggiunta di una capacità di imitazione e di statistiche mentali un po’ più alte. La prima versione di queste iene comprendeva la capacità di trascinare a terra la vittima dopo averla morsa, ma mi sono reso conto che Pack Tactics funziona già a meraviglia. In casi come questi è raccomandabile ridurre le capacità del mostro se si sovrappongono in parte. Un mostro “semplice e pulito” è più facile e soddisfacente.

KUBAVEN – IL RE DELLE BESTIE

Il Re delle Bestie è un mostro quasi leggendario, a lungo creduto solo frutto di qualche storia raccontata presso il fuoco di un accampamento klaya. Si dice che assomigli ad un orso dalla lunga coda, o ad un ghiottone massiccio (e dalla coda come quella di certi topi di fiume). La sua origine è avvolta nel mistero.

Una leggenda klaya racconta di come un orso volle diventare umano, e cominciò a pensare e a comportarsi come un capovillaggio che aveva spiato a lungo. Divenne così il re degli animali, ma perse in parte la propria innocenza: il kubaven è spesso un personaggio negativo, un trickster che inganna e tradisce, ma viene poi ingannato a sua volta e punito. Un’altra storia dice che il kubaven sia il figlio che un’orsa ha avuto da uno sciamano ubriaco, nella notte dei tempi.
Tra gli hoflin si dice che il kubaven sia un altro degli animali sacri a Junit, il dio della natura e delle creature senza anima. Una versione più oscura e cupa della storia racconta di come il kubaven fosse un tempo uno dei figli perduti di Junit, trasformato così per punizione.

In natura il kubaven è raro e schivo nei confronti delle persone, ma ama la compagnia di altri animali. Usa la sua magia per circondarsi di animali feroci che lo proteggono, e per attirare le prede. Un kubaven senza una “corte” è magro e nervoso, una macchina di morte tutta muscoli e artigli. Ma un esemplare con molti servitori può facilmente ingrassare e impigrirsi.
Una leggenda dice che i kubaven non muoiano mai di vecchiaia, ma diventino più astuti e strani col passare del tempo, e ogni cento anni subiscano una strana trasformazione che li rende… qualcos’altro. Mostri? Animali ancora più bizzarri? Nessuno lo sa per certo.

Il kubaven è un classico predatore da agguato, e va gestito al pari di una tigre o una pantera. In aggiunta però ha la possibilità di comandare con qualsiasi animale entro 36m da lui, senza spendere azioni. Gli animali non sono costretti ad obbedirgli, e il kubaven non è abbastanza intelligente da ordine piani complicati. Ma può dare due semplici ed efficaci comandi:

  • Fuggite! funziona bene sulle cavalcature dei personaggi, specie se sono appena scesi a terra. Il kubaven può decidere di attaccare un cavallo oppure un personaggio isolato. Funziona anche per altri animali, che vengono spinti verso il resto della “corte” del mostro.
  • Attaccate! funziona bene sugli animali che formano il branco del kubaven. Potrebbero essere alcuni lupi, un orso e magari un falco o due.

Di solito il kubaven lascia combattere il resto del branco, assalendo di sorpresa avversari isolati o feriti gravemente. Contro questi ultimi è particolarmente efficace grazie alla blood frenzy!

 

KUDANGA – IL SERPENTE SPADACCINO


Il kudanga è l’unico di questi quattro mostri a non appartenere al profondo nord; è un animale tipico delle giungle paludose che si trovano ben oltre le montagne, ad ovest. Naturalmente è un predatore, e caccia con un metodo molto particolare. Al culmine della sua lunga coda si trova la cosiddetta anga, o spada, secondo il dialetto pahilam. Si tratta di un pungiglione lungo 40cm circa, dritto e con doppio filo. La lama è ossea e molto robusta e ricresce lunga la metà nel giro di due o tre settimane se viene tagliata, anche se impiega anni per tornare alle dimensioni normali. Alla sua base si trova una ghiandola velenifera piuttosto grossa, che produce una tossina giallastra. Si dice che un colpo dell’anga possa sventrare un uomo adulto, ed è vero. Ma anche un graffio mediamente profondo può essere letale, perché entrambi i fili del pungiglione sono costellati di piccoli fori dai quali fuoriesce il veleno.

I kudanga sono soliti nascondersi nelle acque poco profonde o sui rami più bassi degli alberi, facendo scattare la coda quando una preda passa vicina. Il movimento di coda è così preciso e rapido che una preda ignara può essere decapitata di netto. Questa tecnica viene utilizzata specialmente su animali come gazzelle e cervidi che altrimenti sarebbero difficili da ingoiare per via delle corna. I kudanga usano la coda per tagliare la vittima anche dopo che è morta, e sono quindi gli unici serpenti al mondo che non mangiano necessariamente una preda intera, ma la dividono in bocconi più facili da inghiottire.

I pahilam hanno sviluppato una delle loro tre arti marziali proprio osservando i kudanga: l’anga kauja è l’arte di colpire un avversario che si avvicina troppo, ferendolo gravemente prima che possa cambiare direzione.

A livello tecnico questo serpente è un vero incubo per dei personaggi di livello basso. Spunta all’improvviso e può infliggere fino a 6d6+4 danni con il primo attacco, e 1d4+2d6+4 danni con il secondo! Davvero terrificante. Inoltre può usare la lama per difendersi dagli attacchi o per attacchi di opportunità più di una volta per turno.

 

NOTA: Eos è l’ambientazione che uso quando gioco con il mio gruppo. Una delle nostre houserule stabilisce che tutte le CD debbano partire da 10 invece che da 8. Per questo motivo le CD dei mostri qui presenti sono più alte del dovuto. Non è un errore. Voi abbassatele pure (o no, se preferite così).

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