I Nuovi Mostri – 26 – Demilich

Questa serie di articoli ha lo scopo di rendere i mostri più interessanti e divertenti. Come DM mi ritrovo spesso a modificare la descrizione fisica di un determinato mostro allo scopo di adattarlo alla storia che sto costruendo con i giocatori. A volte i manuali aiutano a trovare idee alternative, altre volte no. I Nuovi Mostri si occuperanno del cosiddetto refluff: ovvero come rendere un mostro unico e memorabile senza toccare nemmeno una delle sue statistiche. In realtà so già che qui e là fornirò anche alcune varianti meccaniche, ma si tratterà comunque di piccole modifiche.
Comincerò con le creature del Manuale dei Mostri.

Tutti conoscono il lich: probabilmente il non morto più potente di tutti, reso famoso anche dalle sue apparizioni in cartoni animati come Taron e la pentola magicaAdventure Time. Il Demilich è quasi un lich. A seconda delle edizioni e delle ambientazioni, il Demilich può essere una forma superiore di lich, oppure il risultato di un qualche fallimento nella creazione della non vita eterna. In alcuni casi può essere l’una e l’altra cosa: Acererak, il Demilich più potente di tutti, ha previsto la propria trasformazione e ha preso accorgimenti speciali. Alcuni credono che abbandonare quasi del tutto il corpo fisico sia un passaggio necessario per raggiungere la vera vita eterna.

Ma cos’è esattamente un Demilich? Beh, innanzitutto un teschio magico. Relativamente fragile (ha solo 80 punti ferita, per un GS18!) ma in grado di spazzare via interi party di avventurieri da solo. Per esempio, il suo attacco base gli permette di infliggere 6d6 danni a tre creature diverse e recuperare punti vita pari al danno inflitto. Certo il bersaglio deve fallire un tiro salvezza, ma sinceramente il Demilich può aspettarsi una media di 35-40pf per turno. Ha delle azioni leggendarie niente male:

  • Può volare via, fuori dalla portata dei combattenti in mischia.
  • Può accecare temporaneamente i nemici.
  • Può ridurre i punti ferita massimi dei suoi avversari.
  • Può imporre svantaggio a tutti i tiri per colpire e i tiri salvezza di un singolo bersaglio.

Quindi in realtà il Demilich è solo apparentemente fragile: ha molti modi per ridurre l’efficacia dei bersagli (anche spaventandoli, altro svantaggio al tiro per colpire) e ogni turno tra azione e azione leggendaria può infliggere 6d6+3d6 danni a tre creature entro 9m da sé. Ci sono poi le azioni della tana (se viene incontrato nella tana… ovvero il 99.9% delle volte), che però curiosamente può usare solo con un 11+ su 1d20. Un’opzione è abbastanza mediocre (gettare tutti a terra può essere utile se il Demilich ha dei seguaci, ma anche loro se non possono volare rischiano di cadere per terra…), le altre due sono terrificanti. Con una può evocare per un intero turno un campo antimagia su un bersaglio. Con l’altra può impedire il recupero di punti ferita persi entro 9m da lui.

Infine abbiamo gli effetti regionali, che si applicano però prima del combattimento con il Demilich. Sono abbastanza interessanti, impediscono la fuga con il teletrasporto, rafforza le menti dei servitori del mostro e infliggono 3d10 danni alle creature non malvage che mettono piede nella tana per la prima volta.

Tutto questo per dire che il Demilich è davvero un nemico temibile. Ma come possiamo renderlo anche interessante? Insomma, per prima cosa è un teschio galleggiante, incrostato di gemme. Non fa paura. E poi è strettamente legato ad Acererak, nell’immaginario collettivo. È quasi un mostro unico.

testa di morto

Quindi se vogliamo pensare a come trasformare il Demilich in qualcosa di più divertente e unico, dobbiamo fare come per il death knight: creare un personaggio.

Ovvero, dobbiamo pensare a chi è il Demilich, più a cosa è. Non è poi così difficile, perché dopo tutto non è uno stato facile da ottenere. Il Demilich deve prima di tutto diventare un lich, e poi subire un’ulteriore trasformazione. Inoltre la natura decisamente folle di un Demilich ci aiuta a forgiarne l’identità: non è certo un antagonista tragico e malinconico come può esserlo un death knight o un vampiro. No, è più come un lich, ma ancora più folle.

Ecco alcuni spunti:

  • Balkrak il Distruttore. Normalmente, quando si parla di un lich, l’immagine che salta in mente è quella di un vecchio umano incartapecorito e ormai ridotto ad uno scheletro, avvolto in vesti sontuose. Un mago, insomma. Balkrak era un gigante, un possente abitante delle montagne. Il suo dominio della magia gli permise di vivere ben oltre la già longeva vita della sua razza, prima di passare poi alla non-vita. Come lich Balkrak univa la terribile necromanzia ad una potenza fisica che rivaleggiava con quella dei più grandi campioni: la sua sconfitta avvenne solo a carissimo prezzo. Decine di eroi persero la vita nella battaglia contro il gigantesco lich, e anche così non riuscirono a distruggerlo del tutto. Il filatterio, introvabile, non venne purificato. E del grande lich non rimase che un colossale cranio, tanto grande che due persone poteva stare in una sua orbita! Passarono i secoli, i millenni, e il teschio di Balkrak rimase sepolto dal fango e dalle piante. Ora la congiunzione astrale è giusta e il gigante si può risvegliare. Emerso dalla terra come un’isola di roccia e alberi, il suo grande teschio si leva verso il cielo e ha cominciato a muoversi. Quale sia il suo obbiettivo nessuno può dirlo, ma dietro di sé Balkrak lascia solo morte e distruzione. (Questo Demilich è semplicemente grande. Lento, robustissimo, più roccia che osso, distrugge tutto ciò che lo circonda usando energie necromantiche e la propria considerevole massa).
  • Jigkal al Uthar, il Gran Vizir. Il Sultanato d’Oro ha risolto da tempo l’annoso problema dei vizir inaffidabili e corrotti. Lo ha fatto scegliendo l’individuo più integerrimo, puro e onesto, saggio e astuto, erudito e competente che si potesse trovare. Sei secoli or sono il sultano ordinò di trovare un uomo di queste caratteristiche, ne fece anzi radunare a decine e li sottoposte a test e prove difficilissime. Jigkal fu l’unico a superarle tutte. Come premio fu giustiziato e la sua testa usata come ricettacolo per una serie di incantesimi oscuri e maligni. Sei efreet e sei marid furono chiamati a collaborare alla creazione di questo speciale incantesimo. E così Jigkal rinacque come al Uthar, il sempre-morto, colui-che-non-può-tradire, la gemma del deserto dorato. Il Gran Vizir da seicento anni è lui. Incatenato da un complesso sistema di giuramenti, parole sacre, interdizioni e regole. egli non può venire meno al Sultano d’Oro, chiunque esso sia. Non può disobbedirgli. Non può opporvisi. Non può nemmeno fargli del male, a meno che ciò non gli venga ordinato dal Sultano stesso. Ovviamente in seicento anni Jigkal è riuscito a trovare una scappatoia: l’ira di un uomo giusto (e intelligentissimo) è davvero terribile. Ha orchestrato un piano che gli permetterà di interrompere la linea dinastica e, per un cavillo legale, lasciare il Sultanato d’Oro senza un sultano per un periodo di un solo giorno: se dovesse riuscire in questo intrigo sarà libero da ogni vincolo.
  • Nestalia, Regina dei Poltergeist. Alcuni Demilich scelgono di diventare tali per abbandonare i legami del corpo. Questo è il caso di Nestalia, indovina e incantatrice che predisse la propria morte per decapitazione, e divenne un Demilich per gabbare il destino. Poiché aveva organizzato la propria trasformazione con estrema cura, ella prima si assicurò di soggiogare diverse entità piuttosto potenti: spettri, poltergeist, fantasmi, wraith e ombre. Li piegò al proprio volere e li addomesticò fino a trasformarli in una macabra compagnia di servitori e seguaci, spie e sicari. Quando infine Nestalia trasferì la propria coscienza nel teschio, ella nascose il proprio filatterio nel piano delle ombre e si fece ivi trasportare dalle proprie ombre. Da quel luogo continua ad accumulare segreti sia con la divinazione che con metodi più diretti. Si dice che sia ormai impazzita e che percepisca il tempo in modo inumano. Si dice anche che la vera Nestalia sia praticamente andata distrutta durante la creazione del filatterio, e che ora il Demilich sia più che altro una congrega di spettri che possiede il teschio della donna, una congrega solo vagamente sotto il suo controllo. Se ciò fosse vero, in un certo senso Nestalia è davvero morta quando è stata decapitata.
  • Sir Toltheus di Alanvis. Molti conoscono la leggenda del cavaliere senza testa. Pochi sanno che anche la testa ha avuto la sua storia. Sir Toltheus era un vecchio nobile che aveva usato un antico amuleto trovato in gioventù per prolungare la propria vita. Non si trattava davvero di necromanzia, ma l’amuleto lo proteggeva dagli acciacchi e dalle malattie. Se lo sarebbe volentieri tolto e si sarebbe arreso gioisamente alla morte, se non fosse stato per quell’inetto che si era sposato sua figlia. Toltheus non si fidava del genero, che riteneva stupido se non proprio cattivo. Voleva cercare un altro erede. Quando Sir Toltheus venne tradito dal genero e decapitato durante il sonno, il suo corpo cominciò a imperversare nella regione in cerca di vendetta. La sua testa, gettata nel fossato del castello, rimase in paziente attesa. Qualcuno, si diceva, l’avrebbe trovata e tratta in salvo. Toltheus era morto, ma il suo spirito vendicativo ancora albergava dentro di lui. La maggior parte era nel corpo senza testa, ma una piccola parte, forse più maligna o forse solo più testarda, continuava a restare nel suo cranio.
    Quando infine il cavaliere decapitato venne scacciato dalle terre e il suo assassino fu consegnato alla giustizia, la testa di Toltheus venne recuperata dalla figlia e sepolta assieme al cadavere nel sepolcro di famiglia. Per i primi tempo ciò fu di grande sollievo per lo spirito del cavaliere. Poi cominciò a farsi irrequieto. Perché non era ancora passato nell’aldilà? Perché ancora viveva intrappolato nel corpo morto, a sua volta intrappolato in un sarcofago di pietra? Presto detto: nel momento della morte l’amuleto magico venne distrutto e sprigionò energie arcane nel cadavere del cavaliere. Da allora la sua testa e il suo corpo vegliano nelle segrete di Castel Alanvis. Se qualche intruso indegno giungerà tra queste mura, i due non morti torneranno a infestare le terre circostanti. (Accoppiate un Demilich a qualche non morto senza testa, ed ecco il duo testa-di-Toltheus/corpo-di-Toltheus).

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