101 Personaggi – l’elfo

Cominciamo questa rubrica settimanale con uno dei personaggi più archetipici del mondo fantasy: l’elfo.

Tre agguerriti elfi tolkeniani.
Due parole sugli elfi

Gli elfi hanno la loro origine nel folklore nordico ma sono giunti a noi tramite il filtro di autori del calibro di Tolkien e Anderson. Con il tempo si è poi stabilito un canone ripreso poi da innumerevoli scrittori e anche dai creatori di giochi di ruolo come D&D. Possiamo tranquillamente dire che la concezione che abbiamo oggi degli elfi deriva in gran parte da Tolkien, che si è prodigato a descriverne anche usi e costumi (per non parlare della lingua!).

Per via della presenza capillare degli elfi nella cultura fantasy questa razza si porta dietro un grosso bagaglio di caratteristiche e concetti che è diventato un vero e proprio stereotipo. Oltre che per l’estrema longevità, gli elfi sono noti per essere abili con l’arco e la magia, e per avere un forte legame con la natura. Non di rado sono definiti attraenti, ma anche arroganti e distanti dagli altri mortali.

Come mi ritroverò a dire molte volte in questi articoli, gli stereotipi non sono necessariamente un male da evitare.  A volte sono divertenti, e bisogna tenere a mente che continuano ad esistere perché hanno un fondo di verità che tutti riconosciamo come tale.

Il vero problema con gli stereotipi è che a volte (spesso) i giocatori li ricalcano alla lettera, senza un’interpretazione personale. Ciò porta alla creazione di personaggi scialbi e tutti identici tra loro: un vero peccato, vista la versatilità del genere fantasy!

Per risolvere questo problema (invero più comune tra i neofiti che tra i veterani) esistono due buone soluzioni.

 

Applicare lo stereotipo

La prima è la più semplice, poiché è quella più a portata di mano per i giocatori. Consiste nel seguire lo stereotipo/archetipo modificandolo un po’ per rendere il personaggio più realistico e unico.

Nel caso dell’elfo si può decidere di sviluppare alcuni aspetti, accentuandoli per dar vita a personaggi memorabili. Prendiamo per esempio la longevità: come possiamo renderla più tangibile e interessante? Ecco tre esempi:

  • Gli elfi hanno una percezione della morte diversa da quella umana. Essi appaiono pavidi agli occhi di un estraneo, perché evitano le avversità con ogni mezzo. Vivendo per numerosi secoli, gli elfi accumulano conoscenze ed esperienze che nessun’altra razza potrebbe eguagliare: essi dichiarano di essere depositari della saggezza del mondo e credono che mettere a rischio tale tesoro sia un atto malvagio. La morte di un individuo qualsiasi non ha grande valore nel grande ordine delle cose, ma quella di un elfo equivale alla distruzione di una grande biblioteca o di una scuola ed è una tragedia irreparabile.
    Un elfo di questo tipo cercherà sempre di stare lontano dal pericolo e avrà un’altissima considerazione di sé. Potrebbe assoldare degli avventurieri affinché lo proteggano da ogni pericolo. 
  • Gli elfi percepiscono le creature meno longeve come esseri leggermente inferiori. Essi non disprezzano le altre razze e anzi tendono ad aiutarle e sostenerle, ma le reputano di poco superiori agli animali. Un elfo potrebbe affezionarsi ai “suoi” umani, un po’ come noi proviamo un sincero ma limitato affetto per cani e gatti domestici. Egli potrebbe soffrire molto per la perdita di un compagno di avventure, ma in ultima analisi la percepirebbe come una spiacevole ma prevedibile conseguenza.
    Personaggi del genere sarebbero molto paternalistici nei confronti dei loro amici, comportandosi come tutori pazienti ma severi. La loro visione della vita non-elfica sarebbe molto cinica.
  • Un elfo sono pochi e non formano comunità unite, ma scelgono di vivere in mezzo agli umani, aiutandoli in varie maniere, adottando gli orfani e i derelitti, fornendo conoscenze e mezzi. Impiegano le loro ricchezze per aprire attività artigianali e commerciali, che poi affidano agli umani più bisognosi. Pagano gli studi ai loro figli, e la dote alle loro figlie. Prestano consiglio a chi lo richiede. E accumulano così un enorme credito nei confronti di svariate generazioni di individui. Con abbastanza pazienza e abilità, un elfo potrebbe diventare il signore incontrastato di una comunità, il fulcro di un complesso sistema politico e sociale.
    Elfi con questo tipo di mentalità conoscono ogni segreto della città in cui vivono, e amano considerare le persone come pedine di un grande gioco.

Questi sono solo alcuni esempi, ma spiegano bene il concetto di fondo: abbiamo preso un elemento tipico e lo abbiamo accentuato fino a renderlo centrale ne concetto del personaggio.

 

Ribaltare l’archetipo

La seconda soluzione consiste nel prendere l’elfo e cambiarne alcuni tratti. Processi del genere sono stati compiuti da molti autori di successo: Eberron, un’ambientazione della Wizard of the Coast, è ricca di esempi di questo tipo.
Con gli elfi abbiamo molte opzioni interessanti, ecco alcuni spunti:

  • Gli elfi sono esseri selvaggi e ferali, a mala pena umanoidi. Sono in realtà molto più legati al mondo fatato che a quello terreno e la cosa è evidente a chiunque ne incontri uno. Un elfo è un combattente brutale, un vero e proprio barbaro sanguinario. Vive nella foresta cacciando gli intrusi e (secondo alcune voci) mangiandoli. Molti elfi hanno caratteristiche peculiari come artigli, zanne e corna. Pare che detestino il ferro e la pietra e che usino legno e bronzo per costruire qualsiasi utensile o arma.
    Un personaggio del genere è animalesco e rozzo, spesso incapace di comprendere le regole del vivere civile. Un elfo barbarico sovverte le aspettative dei giocatori creando un bel contrasto.
  • Accentuando il topos della razza morente, gli elfi si sono estinti migliaia di anni fa a causa della loro società troppo legata alla magia e troppo distante dal mondo materiale. Ma prima di morire essi hanno proiettato magicamente le loro coscienze nel futuro, e sopravvivono prendendo possesso dei corpi umani. Fisicamente è difficile distinguere un umano normale da uno “occupato” da un elfo, perché è la mente ad essere assai diversa. Ciò nondimeno, un elfo trasmette al corpo ospite la memoria muscolare rendendolo più leggiadro e abile nell’uso dell’arco. Quando un corpo ospite si avvicina alla morte lo spirito dell’elfo si sposta in un nuovo involucro. In questo modo gli elfi possono vivere virtualmente per sempre.
    Un elfo di questo tipo potrebbe vivere celando la propria identità agli altri: dopo tutto è una specie di parassita che occupa il corpo di un altra specie per sopravvivere!
  • Gli elfi sono alieni. Vengono da un altro pianeta e viaggiano per fondare delle colonie e studiare nuovi mondi. La loro magia potrebbe essere alta tecnologia, oppure la manifestazione di poteri psichici. Essi vivono a lungo grazie all’ingegneria genetica, che hanno utilizzato anche per avere corpi agili adatti a muoversi in assenza di gravità.
    Un personaggio del genere sarebbe molto interessante in una campagna di stampo fantasy, perché fornirebbe un bel contrasto con il suo pensiero scientifico. 
  • Gli elfi sono il passo successivo alla specie umana nella ruota delle reincarnazioni. Quando un umano che ha accumulato molto karma positivo giunge al termine della vita rinasce nel corpo di un elfo. Ha quindi a disposizione un corpo longevo e sensibile alla bellezza del creato, corpo che gli permette di raggiungere il primo passo dell’illuminazione. L’odio dei nani verso gli elfi nasce dal fatto che i tozzi umanoidi sono invece le reincarnazioni di umani con molto karma negativo, condannati a passare secoli sottoterra lavorando duramente per elevarsi spiritualmente.
    Questi elfi sono ascetici e intrinsecamente buoni, ma distanti dal mondo materiale.

 

Alcuni esempi di personaggio

Infine, ecco alcuni spunti per chi fosse interessato a giocare un elfo un po’ diverso dal solito nella 5a edizione di D&D.

  • Vaeryl Ellarian è un individuo che cerca una cosa sola: la perfezione assoluta. Da più di ottant’anni allena il proprio corpo ed esercita la mente tramite la meditazione, allo scopo di purificarsi dalle imperfezioni. Quando non si occupa di sé stesso, Vaeryl lavora ad una composizione musicale che probabilmente non finirà mai, limandola e modificandola per togliere ogni difetto. Vaga per il mondo in cerca di nuove esperienze che gli diano ispirazione per il proprio lavoro.
    Vaeryl è un Elfo dei Boschi con classe Monaco e Background Intrattenitore. Si affida alla destrezza e alla saggezza per essere più difficile da colpire e per muoversi agilmente tra i nemici. Ha un’anima contemplativa e non ha alcun interesse per i beni materiali. 
  • Famosa in tutto il regno, Dama Azharia è la moda. Ogni stagione è lei a decidere quali saranno i capi di vestiario più in voga, che tipo di rappresentazione teatrale avrà successo e quali nuove regole andranno aggiunte al bon ton. Dopo tutto Azharia ha centocinquant’anni di esperienza e un’eleganza che nessun’umana potrà mai eguagliare. Il fatto che sia anche l’unica elfa del reame aggiunge un tocco esotico ed irresistibile al suo personaggio. Quello che pochi sanno è che la Dama in realtà è una fine manipolatrice che usa la magia per muovere i cortigiani e il re come burattini.
    Azharia è un’Elfa Alta con classe Mago, scuola dell’Ammaliamento, e Background Nobile. Utilizza il suo fascino per evitare lo sconto diretto, ma è scaltra e subdola e conosce molti trucchi per risolvere situazioni pericolose. In cerca di agio e stabilità, farebbe qualunque cosa per difendere il “suo” regno. 
  • Lo spazio è la vera casa di Haemir, che vive solo per l’avventura e l’emozione di scoprire nuovi pianeti abitabili. Negli ultimi decenni ha cambiato spesso vascello ed equipaggio ed ha accumulato una grande competenza nell’arte della navigazione siderale. I suoi diari di viaggio sono noti in tutte le accademie galattiche e le sue mappe planetari sono ufficialmente utilizzate da nazioni e gilde commerciali. Ma ora la sua astronave è precipitata, e l’elfo si trova su un pianeta selvaggio e arretrato. Per sopravvivere si è finto un messaggero degli dei…ma quanto a lungo potrà sostenere questa farsa?
    Haemir è un Elfo Alto Bardo con Background Marinaio. Conosce le basi della linguistica ed ha un’infarinatura in un gran numero di argomenti accademici. Ma sa anche cavarsela in combattimento ed ha con sé un mucchio di tecnologia che può spacciare come magia divina. 

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